Verifiche di vulnerabilità sismica e progetto di consolidamento Palazzo municipale di Fidenza (PR)
Progettista: Ing. Enrico Rombi
Committente: Comune di Fidenza (PR)
Periodo di esecuzione: 2011

DESCRIZIONE DEL SERVIZIO

Oggetto del servizio: verifiche di vulnerabilità sismica e successivo progetto esecutivo di consolidamento

Committente: Comune di Fidenza (PR)

Tecnico responsabile: Ing. Enrico Rombi

Periodo di svolgimento: 2008 - 2011

Il Municipio di Fidenza è inserito all'interno del programma di verifica dei livelli di sicurezza sismica su edifici "strategici" di cui alla D.G.R. 936/2008 che ha recepito in Emilia Romagna l'art. 1, comma 4, lettera c) dell' OPCM 3362/2004 e s.m.i.. L’edificio è stato oggetto di una campagna di indagini relative a:

- Indagine storica

- Rilievo strutturale

- Quadro fessurativo/deformativo

- Indagini strutturali

- Analisi dei carichi

VERIFICHE NUMERICHE EFFETTUATE:

La crisi dell’edificio che ospita il Municipio di Fidenza può avvenire in primo luogo per fenomeni localizzati di crollo/ribaltamento di pareti, a causa della carenza nei collegamenti (trave–parete, o parete–parete). Una volta evitati i crolli localizzati con adeguati interventi di cucitura ed incatenamento, le pareti murarie collaborano tra loro fino ad arrivare a meccanismi di rottura di tipo globale. Sono stati indagati entrambi i possibili meccanismi di rottura del fabbricato:

- Verifiche locali

- Verifiche globali

 

ESITI DELLA VERIFICA

Al termine dei sopralluoghi e dei calcoli effettuati si è concluso che, allo stato attuale, il fabbricato che ospita il Municipio di Fidenza presenta delle vulnerabilità nei confronti delle azioni sismiche, che si possono così riepilogare in ordine decrescente di rischio:

1. Le murature a sacco del nucleo antico sono molto lesionate a causa dei rimaneggiamenti successivi, delle canne fumarie presenti e delle concentrazioni di tensione; in caso di sisma i punti più sollecitati potrebbero sgretolarsi con grave rischio per la stabilità di intere porzioni dell'edificio (facciata principale e facciata sotto il campanile in primo luogo). Tale vulnerabilità non è quantificabile in assenza di prove specifiche su porzioni indisturbate di muratura.

2. La facciata est su cui insiste il campanile è soggetta, oltre che al rischio di ribaltamento, a concentrazioni straordinarie di tensione (quattro volte superiori rispetto alle altre pareti) che la fanno considerare come l'area a maggior vulnerabilità del Municipio a causa della instabilità del campanile che ne deriverebbe.

3. La facciata di ingresso principale, è soggetta al rischio di ribaltamento per mancanza di incatenamenti efficaci.

4. La resistenza complessiva dei maschi murari, nel nucleo antico è insufficiente a resistere alle sollecitazioni sismiche previste dalle Nuove Norme Tecniche, anche a causa di un collegamento insufficiente tra Nucleo Antico e Ali posteriori.

5. Sono presenti degli archi in muratura che potrebbero aprirsi per mancanza di catene metalliche (nel porticato sulla piazza, nell'arco che sostiene il campanile, in un arco del piano interrato). Anche questa vulnerabilità potrebbe causare perdita di stabilità ad ampie porzioni del fabbricato.

6. Le pareti del primo piano in falso sulle volte del piano terra costituiscono una ulteriore vulnerabilità non quantificabile, che in caso di sisma potrebbe innescare meccanismi di rottura localizzati; il più critico sarebbe sicuramente quello in corrispondenza della torre campanaria, perché metterebbe a rischio la stabilità dell' intera torre.

7. Un piccolo ribaltamento da prevenire interessa un comignolo in muratura che spicca dalla copertura dell’ala est, e che potrebbe ribaltarsi sul cortile.

8. Infine sono presenti delle pareti molto snelle al primo piano dell’ala sud, che potrebbero ribaltarsi per mancanza di vincolamento in alto.

 

DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI PROPOSTI

Ripercorrendo le criticità segnalate in ordine di gravità decrescente, e con riferimento alle tavole di progetto allegate, si individuano gli interventi di miglioramento prioritari, concentrati principalmente sui muri portanti principali del nucleo antico:

1. Riparazione e consolidamento delle murature a sacco del nucleo antico, nelle zone più lesionate e/o più sollecitate della facciata nord sopra il porticato di ingresso:

- Riparazione con cuci-scuci (utilizzando sempre mattoni pieni di recupero e malta di calce) e cuciture armate, delle lesioni che evidenziano la presenza di canne fumarie;

- Riparazione con cuci-scuci ed iniezioni di malta delle zone dove si concentreranno gli sforzi di estremità delle catene (descritte nel seguito);

- Cuciture armate sono proposte per vincolare la sommità del paramento esterno in laterizio pieno al cordolo in c.a. realizzato internamente per dare l’appoggio alla nuova copertura in latero-cemento realizzata negli anni ’80. Il martellamento del suddetto cordolo potrebbe infatti essere causa di distacco del paramento esterno, con innesco di cinematismi pericolosi;

- Inserimento di catene metalliche in modo da bloccare i potenziali cinematismi di facciata;

- Inserimento di una catena su tutta la lunghezza della facciata, al fine di assorbire le spinte a vuoto degli archi di estremità, che attualmente sono lesionati proprio in corrispondenza della chiave.

2. Consolidamento delle murature a sacco, realizzando “diatoni artificiali” (barre metalliche e riempimento di malta all’interno di carotaggi trasversali alla muratura) sotto l’appoggio del campanile dove si concentrano tensioni pericolose che potrebbero causare rotture di facciate in grado di mettere a rischio la stabilità del campanile stesso.

3. Incatenamento di tutto il perimetro del nucleo antico a livello della sommità delle volte di piano terra, in modo da aiutarne il comportamento scatolare complessivo.

4. Inserimento di una catena metallica per assorbire la spinta a vuoto dell’arco a sesto acuto che regge lo spigolo interno del campanile, scaricando le sue sollecitazioni inclinate a 45° tra parete est e parete sud del nucleo antico.

5. Consolidamento del soffitto a cessettoni in legno decorato, sopra le sale di rappresentanza del primo piano - facciata nord, eliminando l’attuale massetto cementizio presente sopra il tavolato (che rilascia polveri sulla sala del consiglio e rischia di essere sfondato dai manutentori che operano nel sottotetto) e realizzando sopra un secondo tavolato incrociato a 45° (in modo da poterlo inchiodare sui travetti del solaio) che renda il solaio calpestabile in sicurezza.

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